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Ippòlito di Roma, santo.

Teologo greco. Pochissime sono le notizie sulla sua vita, che ci sono pervenute analizzando soprattutto il suo Philosophoumena. Fu discepolo di San Ireneo e sacerdote; era molto noto a Roma già nel 188 circa. Si batté scrupolosamente contro tutte le eresie del suo tempo e fu valente sostenitore della teologia del logos. Si separò nettamente dal papa Callisto, a cui rimproverava il comportamento, e si nominò da solo successore di Pietro, sostenendo la sua ferma volontà anche durante i papati di Urbano e di Ponziano. Alla insostenibile situazione che si era andata formando fu posto definitivamente termine da Massimino il Trace, il quale ottenne l'esilio di I. e di Ponziano in Sardegna. Questi ultimi, riavvicinatisi, si riappacificarono. Prudenzio ci ha tramandato nel suo Peristephanon la descrizione del martirio del santo, avvenuto alla foce del fiume Tevere. Il suo nome entrò nella schiera di quelli dei martiri che furono oggetto di culto dalla fine del IV sec. Fra i suoi scritti si ricordano i commenti al Cantico dei Cantici ed a Daniele; i libri di dogmatica Sulla risurrezione e Sull'Anticristo; ed i polemici trattati disciplinari Sul bene e l'origine del male e Trattato contro 32 eresie. Le sue opere vennero scritte tutte in greco, ma mentre furono molto conosciute e lette in Oriente, non lo furono in Occidente poiché qui la lingua greca era sul procinto di essere abbandonata (fra il 170 e il 175-235).